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SENTENZA DELLA CORTE (Grande Sezione)

17 gennaio 2012 ( *1 )

«Previdenza sociale dei lavoratori migranti — Regolamento (CEE) n. 1408/71 — Lavoratore occupato su una piattaforma gassifera situata sulla piattaforma continentale adiacente ai Paesi Bassi — Assicurazione obbligatoria — Diniego del versamento di un sussidio di invalidità»

Nella causa C-347/10,

avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dal Rechtbank Amsterdam (Paesi Bassi), con decisione del 5 luglio 2010, pervenuta in cancelleria l’8 luglio 2010, nel procedimento

A. Salemink

contro

Raad van bestuur van het Uitvoeringsinstituut werknemersverzekeringen,

LA CORTE (Grande Sezione),

composta dal sig. V. Skouris, presidente, dai sigg. A. Tizzano, J.N. Cunha Rodrigues, K. Lenaerts e J.-C. Bonichot, presidenti di sezione, dalla sig.ra R. Silva de Lapuerta, dai sigg. K. Schiemann (relatore), E. Juhász, G. Arestis, D. Šváby e dalla sig.ra M. Berger, giudici,

avvocato generale: sig. P. Cruz Villalón

cancelliere: sig.ra L. Hewlett, amministratore principale

vista la fase scritta del procedimento e in seguito all’udienza del 14 giugno 2011,

considerate le osservazioni presentate:

per Salemink, da R.E. Zalm, jurist;

per il Raad van bestuur van het Uitvoeringsinstituut werknemersverzekeringen, da I. Eijkhout, in qualità di agente;

per il governo dei Paesi Bassi, da C.M. Wissels e M. Noort, in qualità di agenti;

per il governo greco, da S. Vodina e E.-M. Mamouna, nonché da G. Karipsiadis, in qualità di agenti;

per il governo spagnolo, inizialmente da B. Plaza Cruz, successivamente da S. Centeno Huerta, in qualità di agenti;

per la Commissione europea, da M. van Beek e V. Kreuschitz, in qualità di agenti,

sentite le conclusioni dell’avvocato generale, presentate all’udienza dell’8 settembre 2011,

ha pronunciato la seguente

Sentenza

1

La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione degli articoli 39 CE e 299 CE nonché dei titoli I e II del regolamento (CEE) n. 1408/71 del Consiglio, del 14 giugno 1971, relativo all’applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all’interno della Comunità, nella versione modificata ed aggiornata dal regolamento (CE) n. 118/97 del Consiglio, del 2 dicembre 1996, (GU 1997, L 28, pag. 1), come modificato dal regolamento (CE) n. 1606/98 del Consiglio, del 29 giugno 1998 (GU L 209, pag. 1; in prosieguo: il «regolamento n. 1408/71»).

2

Detta domanda è stata presentata nell’ambito di una lite che oppone il sig. Salemink, cittadino olandese che aveva lavorato su una piattaforma gassifera situata sulla piattaforma continentale adiacente ai Paesi bassi e residente in Spagna, al Raad van bestuur van het Uitvoeringsinstituut werknemersverzekeringen (Consiglio di amministrazione dell’Istituto di gestione delle assicurazioni per i lavoratori subordinati), in merito al diniego di quest’ultimo di concedergli un sussidio di invalidità.

Contesto normativo

Il diritto internazionale

3

La Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, firmata a Montego Bay (Giamaica) il 10 dicembre 1982, entrata in vigore il 16 novembre 1994, ratificata dal Regno dei Paesi Bassi il 28 giugno 1996 e approvata a nome della Comunità europea con la decisione 98/392/CE del Consiglio, del 23 marzo 1998 (GU L 179, pag. 1; in prosieguo: la «Convenzione sul diritto del mare»), dispone all’articolo 60, intitolato «Isole artificiali, installazioni e strutture nella zona economica esclusiva»:

«1.   Nella zona economica esclusiva lo Stato costiero gode del diritto esclusivo di costruire e di autorizzare e disciplinare la costruzione, la conduzione e l’utilizzo di:

a)

isole artificiali;

b)

installazioni e strutture realizzate per gli scopi previsti dall’articolo 56 e per altri fini economici;

c)

installazioni e strutture che possano interferire con l’esercizio dei diritti dello Stato costiero nella zona.

2.   Lo Stato costiero ha giurisdizione esclusiva su tali isole artificiali, installazioni e strutture, anche in materia di leggi e regolamenti doganali, fiscali, sanitari, di sicurezza e di immigrazione.

(…)».

4

L’articolo 77 della Convenzione sul diritto del mare, intitolato «Diritti dello Stato costiero sulla piattaforma continentale», dispone:

«1.   Lo Stato costiero esercita sulla piattaforma continentale diritti sovrani allo scopo di esplorarla e sfruttarne le risorse naturali.

2.   I diritti indicati al numero 1 sono esclusivi nel senso che, se lo Stato costiero non esplora la piattaforma continentale o non ne sfrutta le risorse, nessun altro può intraprendere tali attività senza il suo espresso consenso.

3.   I diritti dello Stato costiero sulla piattaforma continentale non dipendono dall’occupazione effettiva o fittizia o da qualsiasi specifica proclamazione.

(…)».

5

In forza dell’articolo 80 della stessa Convenzione, intitolato «Isole artificiali, installazioni e strutture sulla piattaforma continentale»:

«L’articolo 60 si applica, mutatis mutandis, alle isole artificiali, alle installazioni e alle strutture situate sulla piattaforma continentale».

La normativa dell’Unione

6

L’articolo 13 del regolamento n. 1408/71, intitolato «Norme generali», così dispone:

«1.   Le persone per cui è applicabile il presente regolamento sono soggette alla legislazione di un solo Stato membro, fatti salvi gli articoli 14 quater e 14 septies. Tale legislazione è determinata in base alle disposizioni del presente titolo.

2.   Con riserva degli articoli da 14 a 17:

a)

la persona che esercita un’attività subordinata nel territorio di uno Stato membro è soggetta alla legislazione di tale Stato membro anche se risiede nel territorio di un altro Stato membro o se l’impresa o il datore di lavoro da cui dipende ha la propria sede o il proprio domicilio nel territorio di un altro Stato membro;

(…)».

La normativa nazionale

7

Ai sensi dell’articolo 3 della legge sul regime di malattia (Ziektewet; in prosieguo: la «ZW»):

«1.   Per “lavoratore subordinato” si intende la persona fisica di età inferiore a 65 anni assunta con un contratto di diritto privato o pubblico.

2.   La persona che svolge il suo impiego fuori dei Paesi Bassi non viene considerata come lavoratore subordinato, a meno che non risieda nei Paesi Bassi e anche il suo datore di lavoro risieda o abbia sede in tale paese».

8

La legge sul lavoro e il reddito in base alla capacità lavorativa (Wet werk en inkomen naar arbeidsvermogen; in prosieguo: la «WIA»), entrata in vigore il 1o gennaio 2006, prevede all’articolo 7, paragrafo 1, che «il lavoratore subordinato è assicurato obbligatoriamente».

9

In forza dell’articolo 8, paragrafo 1, della WIA, «è considerato come lavoratore subordinato ai sensi della presente legge, il lavoratore subordinato ai sensi della [ZW], ad eccezione di colui il cui statuto è disciplinato dall’articolo 4, paragrafo 1, lettera g), di detta legge».

10

Dall’articolo 18, paragrafi 1 e 2, della WIA, risulta che può assicurarsi volontariamente una persona di età inferiore a 65 anni che non possa essere considerata un lavoratore subordinato ai sensi dell’articolo 3, secondo e quinto comma della ZW, la cui assicurazione obbligatoria sia cessata, che risieda fuori dai Paesi Bassi e che, subito dopo la fine dell’assicurazione obbligatoria, abbia concluso un contratto di lavoro della durata massima di cinque anni con un datore di lavoro residente o avente sede nei Paesi Bassi.

11

Ai sensi dell’articolo 47, paragrafo 1, della WIA, l’assicurato in stato di malattia ha diritto al sussidio di invalidità se il termine di attesa è trascorso, l’invalidità è totale e di lunga durata, e non è applicabile alcun motivo di esclusione.

12

In forza dell’articolo 3 della legge relativa al lavoro di attività mineraria nel mare del Nord (Wet arbeid mijnbouw Noordzee):

«1.   Il presente articolo si applica ai lavoratori che non sono assicurati in forza della [ZW] né da alcun corrispondente regime legale di uno Stato membro dell’Unione europea, il cui contratto di lavoro sia disciplinato dalla normativa olandese in materia di contratti di lavoro, almeno nelle sue disposizioni vincolanti.

2.   Il lavoratore che, a causa di una malattia, non sia in grado di effettuare il lavoro convenuto ha diritto alla retribuzione di cui all’articolo 629, paragrafo 1, del libro 7 del Codice civile durante 104 settimane, anche se il contratto di lavoro è cessato durante detto periodo».

I fatti della causa principale e la questione pregiudiziale

13

Il sig. Salemink, cittadino olandese, ha lavorato, a partire dal 1996, come infermiere, e in parte come radiologo, su una piattaforma di produzione della società Nederlandse Aardolie Maatschappij. La piattaforma di cui trattasi si situa fuori delle acque territoriali olandesi, sulla piattaforma continentale adiacente ai Paesi Bassi, ad una distanza di circa 80 chilometri dalla costa olandese.

14

Il 10 settembre 2004 il sig. Salemink trasferiva la propria residenza in Spagna.

15

Prima della sua partenza per la Spagna, il sig. Salemink era assicurato obbligatoriamente ai sensi della ZW, il cui articolo 3, paragrafo 2, stabilisce che la persona che svolge il suo impiego fuori dei Paesi Bassi non viene considerata come lavoratore subordinato, a meno che non risieda nei Paesi Bassi e anche il suo datore di lavoro risieda o abbia sede nel detto Stato membro.

16

A partire dal suo trasferimento in Spagna, il sig. Salemink ha cessato di soddisfare la condizione di residenza di cui al detto articolo 3, paragrafo 2, e, di conseguenza, è stato escluso dall’assicurazione obbligatoria, in particolare contro l’invalidità.

17

A decorrere dal 4 ottobre 2004, il sig. Salemink veniva ammesso all’assicurazione volontaria a cui tuttavia, in seguito, è stato posto fine a causa del mancato pagamento dei contributi. I successivi tentativi effettuati dal sig. Salemink, durante l’anno 2006, per essere ammesso all’assicurazione volontaria sono risultati vani a causa della tardività di tali pratiche.

18

Avendo fatto riferimento, il 24 ottobre 2006, alla sua condizione di malato, il sig. Salemink ha chiesto, l’11 settembre 2007, un sussidio d’invalidità in forza della WIA, a partire dal 24 ottobre 2008.

19

Detta domanda non veniva accolta dall’Uitvoeringsinstituut werknemersverzekeringen (Istituto di gestione delle assicurazioni per i lavoratori subordinati; in prosieguo: l’«UWV»), in quanto il sig. Salemink, alla data di inizio della sua invalidità, vale a dire il 24 ottobre 2006, non era assicurato a titolo obbligatorio. Residendo il sig. Salemink dal 10 settembre 2004 al di fuori dei Paesi Bassi, l’UWV ha considerato che non era più assicurato a titolo obbligatorio a partire da tale data.

20

Dinanzi al Rechtbank Amsterdam, il sig. Salemink ha sostenuto che era in grado di poter usufruire di un sussidio d’invalidità in base al regolamento n. 1408/71 che, a suo avviso, si applica sulla piattaforma continentale adiacente ai Paesi Bassi, la quale dovrebbe essere considerata facente parte del territorio olandese.

21

A tal riguardo, egli fa riferimento alla politica sostenuta dalla Sociale Verzekeringsbank (Banca di assicurazioni sociali, in prosieguo: la «SVB»), a partire dal 1o gennaio 2006, che si ispira alla sentenza della Corte del 29 giugno 1994, Aldewereld (C-60/93, Racc. pag. I-2991), e che mira a considerare i lavoratori subordinati che lavorano sulla piattaforma continentale adiacente ai Paesi Bassi come assicurati in forza della sicurezza sociale olandese.

22

Il giudice del rinvio descrive tale politica come segue:

«La SVB considera che il titolo II del regolamento [n. 1408/71] si applica se un lavoratore subordinato risiede nel territorio della Comunità, ma lavora fuori dal territorio della medesima per un datore di lavoro avente sede nella Comunità. A questo riguardo la SVB desume [dalle considerazioni delle sentenze della Corte di giustizia del 12 luglio 1984] da Prodest [237/83, Racc. pag. 3153] e Aldewereld [cit.] la condizione che il lavoratore, immediatamente prima del lavoro svolto fuori dalla Comunità, debba essere stato assicurato nello Stato membro in cui ha sede il suo datore di lavoro, ovvero che il lavoratore sia assicurato in forza della normativa nazionale di detto Stato membro durante il lavoro al di fuori della Comunità. Se è soddisfatta una di queste condizioni, la SVB presume che la normativa dello Stato membro del datore di lavoro sia indicata come applicabile per il periodo in cui è stato svolto un lavoro fuori dalla Comunità».

23

Orbene, l’UWV ha considerato che, dopo il suo trasferimento in Spagna, il sig. Salemink non soddisfaceva più le condizioni d’iscrizione all’assicurazione obbligatoria.

24

Il giudice del rinvio esprime i suoi dubbi riguardo all’estensione dell’applicabilità del regolamento n. 1408/71 alla piattaforma continentale in esame. Esso si chiede se non si debba distinguere fra, da un lato, il territorio sul quale uno Stato membro è sovrano e, dall’altro, il territorio sul quale esso è competente per esercitare dei diritti sovrani limitati, ma in cui dispone anche della competenza di non esercitarli — come ha fatto, secondo il giudice del rinvio, lo Stato olandese per quanto concerne la legislazione della sicurezza sociale sulla piattaforma continentale. Così, si pone la questione se uno Stato membro abbia il diritto di trattare diversamente, nei limiti della competenza funzionale che si esercita sulla piattaforma continentale, i lavoratori subordinati che vi lavorano e quelli che lavorano sul territorio di detto Stato.

25

Il giudice del rinvio ammette che il diniego della UWV può risultare incompatibile con il principio della libera circolazione dei lavoratori, in quanto il sig. Salemink ha perduto un vantaggio di cui godeva allorché era residente nei Paesi Bassi. Tuttavia, esso si domanda se tale incompatibilità possa essere attenuata dal fatto che il sig. Salemink è stato in grado di assicurarsi volontariamente e si è avvalso di tale possibilità.

26

In conclusione, il giudice del rinvio osserva che la condizione di residenza di cui all’articolo 3, paragrafo 2, della ZW è un criterio controverso in quanto esso può potenzialmente comportare una discriminazione a causa della cittadinanza.

27

In tali circostanze, il Rechtbank Amsterdam ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte la seguente questione pregiudiziale:

«Se le norme del diritto comunitario europeo che mirano ad instaurare la libera circolazione dei lavoratori, segnatamente le norme di cui ai titoli I e II del regolamento n. 1408/71, nonché gli articoli 39 e 299 del Trattato CE ostino a che il lavoratore subordinato che lavora fuori dal territorio olandese, in un impianto situato sulla piattaforma continentale, adiacente ai Paesi Bassi, per un datore di lavoro avente sede nei Paesi Bassi, non sia assicurato in forza della legislazione nazionale sulle assicurazioni nazionali, solo perché non risiede nei Paesi Bassi, bensì in un altro Stato membro (in casu: la Spagna), anche se ha la cittadinanza olandese e anche se gli è stata offerta la possibilità di sottoscrivere un’assicurazione volontaria a condizioni sostanzialmente uguali a quelle vigenti per l’assicurazione obbligatoria».

Sulla questione pregiudiziale

28

Con la sua questione il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se le disposizioni del regolamento n. 1408/71 e l’articolo 39 CE debbano essere interpretati nel senso che ostano a che un lavoratore, che svolge le sue attività lavorative in un impianto fisso situato su una piattaforma continentale adiacente ad uno Stato membro, non sia assicurato obbligatoriamente in detto Stato membro in forza della normativa nazionale di assicurazione sociale solo perché risiede non in questo Stato ma in un altro Stato membro.

29

Al riguardo si deve ricordare che, ai sensi dell’articolo 13, paragrafo 2, lettera a), del regolamento n. 1408/71, la persona che svolge un’attività subordinata sul territorio di uno Stato membro è soggetta alla normativa di detto Stato, anche se risiede sul territorio di un altro Stato membro.

30

Tuttavia, l’applicabilità di detto articolo 13, paragrafo 2, lettera a), nonché del diritto dell’Unione in generale è, in un caso come quello di cui trattasi nella causa principale, contestata tanto dal governo olandese quanto dall’UWV in quanto l’attività lavorativa di cui trattasi è esercitata su una piattaforma gassifera situata sulla piattaforma continentale adiacente ai Paesi Bassi, al di fuori delle acque territoriali olandesi. Il governo olandese e l’UWV hanno sostenuto al riguardo che la portata territoriale del regolamento n. 1048/71 è limitata al solo territorio nazionale. Il giudice del rinvio formula del pari dubbi quanto all’applicabilità del diritto dell’Unione alla piattaforma continentale di cui trattasi.

31

Al riguardo occorre riferirsi alle norme e ai principi del diritto internazionale relativi al regime giuridico della piattaforma continentale.

32

Nella sentenza del 20 febbraio 1969 (cause dette «della piattaforma continentale del mare del Nord», Recueil des arrêts, avis consultatifs et ordonnances, 1969, pag. 3, paragrafo 19), la Corte internazionale di giustizia ha dovuto pronunciarsi sui diritti dello Stato costiero concernenti l’area di piattaforma continentale che costituisce un prolungamento naturale del suo territorio sotto il mare. Essa ha affermato che tali diritti esistono ipso facto e ab initio in virtù della sovranità dello Stato su questo territorio e come un’estensione di questa sovranità sotto forma di esercizio dei diritti sovrani ai fini dell’esplorazione del letto del mare e dello sfruttamento delle sue risorse naturali.

33

Dall’articolo 77 della Convenzione sul diritto del mare risulta che lo Stato costiero esercita diritti sovrani sulla piattaforma continentale ai fini dell’esplorazione e dello sfruttamento delle sue risorse naturali. Tali diritti sono esclusivi nel senso che, se lo Stato costiero non esplora la piattaforma continentale o non ne sfrutta le risorse naturali, nessuno può effettuare tali attività senza il suo espresso consenso.

34

Quanto alle isole artificiali, alle installazioni e alle strutture situate sulla piattaforma continentale, ai sensi dell’articolo 80 della Convenzione sul diritto del mare, in combinato disposto con l’articolo 60 della stessa Convenzione, lo Stato costiero gode del diritto esclusivo di procedere alla loro costruzione nonché di autorizzare e disciplinare la loro costruzione, il loro sfruttamento e la loro utilizzazione. Lo Stato costiero ha giurisdizione esclusiva su tali isole artificiali, installazioni e strutture.

35

Poiché la piattaforma continentale adiacente ad uno Stato membro rientra nella sua sovranità, benché funzionale e limitata (v., in tal senso, sentenza del 29 marzo 2007, Aktiebolaget NN, C-111/05, Racc. pag. I-2697, punto 59), un lavoro svolto su impianti fissi o galleggianti situati su detta piattaforma continentale, nell’ambito di attività di esplorazione e/o di sfruttamento delle risorse naturali, deve essere considerato, ai fini dell’applicazione del diritto dell’Unione, come un’attività svolta sul territorio di tale Stato (v., in tal senso, sentenze del 27 febbraio 2002, Weber, C-37/00, Racc. pag. I-2013, punto 36, e del 20 ottobre 2005, Commissione/Regno Unito, C-6/04, Racc. pag. I-9017, punto 117).

36

Lo Stato membro che si avvale delle prerogative economiche di esplorazione e/o di sfruttamento delle risorse esercitate sulla parte della piattaforma continentale ad esso adiacente non può quindi sottrarsi all’applicazione delle disposizioni del diritto dell’Unione dirette a garantire la libera circolazione dei lavoratori che svolgono l’attività lavorativa su tali installazioni.

37

Stabilita l’applicabilità del diritto dell’Unione e, in particolare, del regolamento n. 1408/71 alla piattaforma continentale adiacente ad uno Stato membro, occorre esaminare se detto regolamento e le disposizioni del Trattato CE relative alla libera circolazione dei lavoratori ostino a che una persona nella situazione del sig. Salemink sia esclusa dal regime di assicurazione obbligatoria a seguito del trasferimento della sua residenza in Spagna.

38

Va sottolineato al riguardo che l’articolo 13, paragrafo 2, lettera a), del regolamento n. 1408/71 mira unicamente a determinare la normativa nazionale da applicare alle persone che svolgono un’attività subordinata sul territorio di uno Stato membro. In quanto tale, detta disposizione non intende determinare le condizioni dell’esistenza del diritto o dell’obbligo di iscriversi ad un regime previdenziale oppure a un ramo particolare dello stesso. Come la Corte ha ripetutamente affermato nella sua giurisprudenza, spetta alla normativa di ciascuno Stato membro determinare tali condizioni (v., in particolare, sentenze del 23 settembre 1982, Koks, 275/81, Racc. pag. 3013, e del 7 luglio 2005, van Pommeren-Bourgondiën, C-227/03, Racc. pag. I-6101, punto 33).

39

Tuttavia, anche se gli Stati membri conservano la loro competenza a disciplinare i presupposti d’iscrizione ai loro sistemi di previdenza sociale, nell’esercizio di tale competenza essi devono tuttavia rispettare il diritto dell’Unione e, in particolare, le disposizioni del Trattato relative alla libera circolazione dei lavoratori (v., in tal senso, sentenze del 3 maggio 1990, Kits van Heijningen, C-2/89, Racc. pag. I-1755, punto 20, e del 23 novembre 2000, Elsen, C-135/99, Racc. pag. I-10409, punto 33).

40

Di conseguenza, da un lato, tali condizioni non possono produrre l’effetto di escludere dalla sfera di applicazione di una normativa nazionale, come quella di cui trattasi nella causa principale, le persone cui, in forza del regolamento n. 1408/71, tale normativa è applicabile e, d’altro lato, i regimi d’iscrizione alle assicurazioni obbligatorie devono essere compatibili con il disposto dell’articolo 39 CE (v., in tal senso, citate sentenze Kits van Heijningen, punto 20, e van Pommeren-Bourgondiën, punto 39).

41

Orbene, l’articolo 13, paragrafo 2, lettera a), del regolamento n. 1408/71 stabilisce espressamente che la persona che esercita un’attività subordinata nel territorio di uno Stato membro è soggetta alla legislazione di tale Stato «anche se risiede nel territorio di un altro Stato membro». Tale disposizione non sarebbe rispettata se il requisito della residenza imposto dalla normativa dello Stato membro nel territorio del quale l’attività subordinata è svolta, onde poter fruire del regime assicurativo obbligatorio da essa previsto, potesse essere opposto ai soggetti di cui all’articolo 13, paragrafo 2, lettera a). Per quanto riguarda questi soggetti, questa disposizione fa sì che il requisito della residenza venga sostituito da una condizione che si riferisce allo svolgimento dell’attività subordinata nel territorio dello Stato membro di cui trattasi (v. sentenza Kits van Heijningen, cit., punto 21).

42

Pertanto, risulta incompatibile con l’articolo 13, paragrafo 2, lettera a), del regolamento n. 1408/71 una normativa nazionale, come quella di cui trattasi nella causa principale, in forza della quale è in funzione del criterio di residenza che un lavoratore che svolge la sua attività su una piattaforma gassifera situata sulla piattaforma continentale adiacente ad uno Stato membro potrà o meno fruire di un’assicurazione obbligatoria nello stesso Stato.

43

Inoltre, è giocoforza constatare che siffatta legislazione nazionale pone i lavoratori non residenti, come il sig. Salemink, in una situazione meno favorevole dei lavoratori residenti per quanto riguarda la loro copertura previdenziale nei Paesi Bassi e pregiudica in tal modo il principio di libera circolazione garantito dall’articolo 39 CE.

44

Anche se la Corte, al punto 40 della citata sentenza van Pommeren-Bourgondiën, non ha escluso che il requisito della residenza per continuare a rientrare nell’assicurazione obbligatoria a taluni rami previdenziali possa essere compatibile con l’articolo 39 CE, la possibilità consentita al sig. Salemink di un’iscrizione a titolo volontario non può far venir meno quanto rilevato al punto 43 della presente sentenza. Infatti, le pratiche che i lavoratori non residenti che intendono assicurarsi a titolo volontario devono intraprendere di propria iniziativa, nonché le difficoltà legate ad un’assicurazione di tale tipo, quale il rispetto dei tempi per la presentazione di una domanda di assicurazione, costituiscono elementi che pongono i lavoratori non residenti, che dispongono soltanto di una possibilità di assicurazione a titolo volontario, in una situazione meno favorevole rispetto ai residenti, i quali sono coperti da un’assicurazione obbligatoria.

45

Di conseguenza, si deve rispondere alla questione sollevata che l’articolo 13, paragrafo 2, lettera a), del regolamento n. 1408/71 e l’articolo 39 CE devono essere interpretati nel senso che essi ostano a che un lavoratore che svolge l’attività lavorativa su un impianto fisso situato sulla piattaforma continentale adiacente ad uno Stato membro non sia assicurato a titolo obbligatorio in detto Stato membro in forza della normativa nazionale di assicurazioni sociali, per il solo motivo che egli risiede non in questo Stato ma in un altro Stato membro.

Sulle spese

46

Nei confronti delle parti nel procedimento principale la presente causa costituisce un incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui spetta quindi statuire sulle spese. Le spese sostenute da altri soggetti per presentare osservazioni alla Corte non possono dar luogo a rifusione.

 

Per questi motivi, la Corte (Grande Sezione) dichiara:

 

L’articolo 13, paragrafo 2, lettera a), del regolamento (CEE) n. 1408/71 del Consiglio, del 14 giugno 1971, relativo all’applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all’interno della Comunità, nella versione modificata ed aggiornata dal regolamento (CE) n. 118/97 del Consiglio, del 2 dicembre 1996, come modificato dal regolamento (CE) n. 1606/98 del Consiglio, del 29 giugno 1998, e l’articolo 39 CE devono essere interpretati nel senso che essi ostano a che un lavoratore che svolge l’attività lavorativa su un impianto fisso situato sulla piattaforma continentale adiacente ad uno Stato membro non sia assicurato a titolo obbligatorio in detto Stato membro in forza della normativa nazionale di assicurazioni sociali, per il solo motivo che egli risiede non in questo Stato ma in un altro Stato membro.

 

Firme


( *1 )   Lingua processuale: l’olandese.